Cronache dalla polvere // Mosaic novel

Giovedì 20 febbraio – Presentazione di “Cronache dalla polvere” @ il circolo La Mesa, Via L. Da Vinci  50, Montecchio Maggiore (VI)

Cronache dalla polvere è un mosaic novel corale, scritto e illustrato dal collettivo di scrittrici e scrittori Zoya Barontini, editato da Bompiani nel 2019.
Saranno con noi a presentare il loro lavoro, il curatore del progetto Jadel Andreetto e l’illustratore Alberto Merlin.
Cronache dalla Polvere racconta una pagina di storia dell’Italia a lungo dimenticata e taciuta: l’avventura coloniale in Abissinia, l’orrore della guerra e delle ideologie di superiorità razziale.
La storia brutale del “ritorno dell’impero” e della “pace romana” rivive negli occhi e nei racconti dei suoi protagonisti: soldati italiani, guerriglieri etiopi e alcune misteriose presenze; fantasmi.
Il paesaggio africano del secolo scorso rivive con una vena fantastica grazie al racconto corale del collettivo di scrittrici, scrittori e illustratori in tutta la sua spettacolare intensità e drammaticità.

 

Il MUOStro vicentino

Il 21 ottobre 2019, nel sito della Locheed Martin, la compagnia che ha lavorato alla realizzazione dei satelliti del sistema MUOS, è comparso un comunicato dal titolo “MUOS Secure Communications Satellite System Ready For Full Operational Use”. Nell’articolo si comunica che questa estate il nuovo sistema di telecomunicazioni dell’esercito degli Stati Uniti ha superato con successo un test operativo e di valutazione multiservizio (in gergo Mot&E ) condotto dal comandante della Marina statunitense, con la partecipazione dell’esercito degli Stati Uniti e del Corpo dei Marines. Il MUOS sarebbe pronto a rivoluzionare l’ambito delle comunicazioni sicure per le forze mobili americane e, con esso, la guerra tattica. Continue reading “Il MUOStro vicentino”

L’esercito turco e gli addestramenti nella scuola di Vicenza

Riot Control training in Turchia
Riot Control training in Turchia

Il 9 ottobre è iniziata l’operazione “Sorgente di pace”, scatenata dalla Turchia di Erdogan nel Nord-est della Siria, il cui intento è spezzare la Resistenza curda.

In Siria è in corso una guerra in cui le potenze internazionali si contendono la spartizione di petrolio e materie prime. Continue reading “L’esercito turco e gli addestramenti nella scuola di Vicenza”

Migrazioni internazionali e Razzismo di Stato

Di seguito pubblichiamo e invitiamo a diffondere un’interessante iniziativa che si svolgerà a Vicenza, presso Porto Burci, venerdì 4 ottobre dalle ore 20.30.

Incontro con Pietro Basso, Professore di Sociologia generale presso l’Università di Venezia.

E se i migranti che sbarcano in Italia scappassero dalle calate predatorie del grande capitale europeo e occidentale? A chi spetterebbe dire “stop” invasione? Ragioniamo insieme sulle cause di fondo delle migrazioni internazionali e sul Razzismo di Stato.

A partire da due importanti questioni, ragioniamo insieme sulle cause delle migrazioni internazionali e sul Razzismo di Stato.Pietro Basso individua 7 principali cause all’origine dell’attuale fenomeno migratorio:

– colonialismo storico
– debito con i paesi esteri
– trasformazione capitalista dell’agricoltura
– guerre e conflitti interni
– disastri ecologici
– bisogno inesauribile di forza lavoro immigrata
– crescita di bisogni e aspettative

L’analisi di quelle che sono le reali motivazioni, alla base della più recente ondata migratoria, permette di fare dei ragionamenti sulle politiche economiche del grande capitale globale e di quelle che sono le sue mosse per generare continua accumulazione di profitto (alias uscire dalla crisi che ciclicamente attanaglia il capitalismo). In una fase di rilancio neo-coloniale, gli imperialisti europei e
occidentali stanno concentrando nel continente africano una buona fetta dei loro investimenti.
Da un lato, l’aggressione neo-coloniale all’Africa avviene con una vera e propria invasione economica di aziende e multinazionali (anche storiche vedi ENI per l’Italia) che saccheggiano le materie prime locali, inquinano l’ambiente, sfruttano e impoveriscono le popolazioni. Dall’altro lato, l’aggressione è quella perpetrata manu militari attraverso missioni spacciate per “umanitarie”, ma in realtà strumentali al mantenimento della stabilità, del controllo dell’ordine pubblico e della pace sociale nella polveriera africana. In questo contesto, si inserisce la guerra ai migranti che lo Stato, massimo difensore degli interessi delle borghesie nazionali, sgancia contro chi scappa dalla miseria provocata dalle stesse istanze del capitalismo globalizzato. Il Razzismo di Stato, per dare continuità alle sue manovre, si esprime attraverso leggi come gli ultimi pacchetti sicurezza, improntati a rendere sempre più difficile e impossibile lo spostamento delle persone da un paese all’altro, volti a criminalizzare, punire e dividere gli strati deboli della società e coloro che provano a ribellarsi. Salvo poi non disprezzare la manodopera immigrata disposta a prestare la propria forza lavoro in cambio di salari da fame, in stato di perenne ricatto e sottomessi a condizioni da caporalato. In anni in cui tendenze ultra-nazionaliste si sono propagate sia sul piano teorico che su quello pratico squadrista e violento, fissare chiaramente alcuni concetti di fondo, per rispondere coerentemente agli attacchi dei padroni, risulta un primo approccio per mettere in discussione l’ideologia razzista dominante.

PIC-NIC ANTIMILITARISTA

 

SABATO 08 GIUGNO

dalle 12.00, Forte di Montorio

DI GUERRA NON SI PARLA MAI. MA I MILITARI CI SONO: AD “ESPORTARE LA DEMOCRAZIA” IN AFGHANISTAN, A DIFENDERE POZZI PETROLIFERI IN LIBIA, AD ADDESTRARE TRUPPE IN NIGER, MA ANCHE PIU’ VICINO A NOI. NEL PARCO DIETRO CASA AD ESERCITARSI, NELLE SCUOLE A TENERE LEZIONI AGLI STUDENTI, NELLE UNIVERSITA’ A TENERE CORSI DI LAUREA, NELLE STRADE AD AFFIANCARE LA POLIZIA. LA LORO PRESENZA E’ SEMPRE PIU’ NORMALE E NORMALIZZATA.

DELLA GUERRA E DELLE SUE RAGIONI NON SI PARLA MAI. MA COMINCIA PROPRIO DA QUI.

DOPO IL PRANZO DISCUSSIONE A PARTIRE DALL’OPUSCOLO “TRAME – SFILARE IL TESSUTO DEL MILITARISMO”, SULLA MILITARIZZAZIONE DEL TERRITORIO VICENTINO.

I confini della “Sicurezza”: i morti nel Mediterraneo e i profitti dei padroni nostrani

Il 9, 10, 15 e 16 maggio, tra Vicenza e provincia, avrà luogo l’International Security Forum, manifestazione al cui centro sta il tema della sicurezza oltre i confini nazionali.

Quest’anno il titolo dato al festival è: “Mare Nostrum? Il difficile confine dell’Europa: sfide ed opportunità”.

Proviamo a passare in rassegna i contenuti che verranno affrontati e quindi le logiche che stanno alla base di quest’iniziativa.

L’intento appare sempre lo stesso e si ripete in ogni edizione: esaminare le evoluzioni e gli assetti dello scacchiere geopolitico internazionale da un punto di vista privilegiato, ovvero quello della borghesia imperialista locale, ponendo enfasi sugli equilibri e le crisi dell’area mediterranea.

In particolare, l’edizione 2019 tratterà temi quali le migrazioni, lo stato dei conflitti regionali nel Mediterraneo e le sfide poste dal nuovo quadro economico globale, a partire dal leitmotiv della sicurezza.

Così nel seminario dedicato ai flussi migratori, si parlerà di sicurezza intesa come contrasto alla tratta di esseri umani ed all’immigrazione clandestina, oltre che di Libia.

Nel seminario sui conflitti regionali, invece, si porrà l’attenzione sul ruolo regionale delle potenze ostili alla NATO come l’Iran e sui futuri progetti di Politica Estera e Sicurezza Comune dell’Unione Europea.

Nella giornata rivolta ai nuovi assetti economici globali, invece, sarà la sicurezza delle scelte economiche strategiche ad essere presa in considerazione a partire dall’esame dei possibili scenari che si profilano con l’ingresso dei paesi balcanici nell’UE e nella NATO, piuttosto che dalla sempre maggiore influenza della Cina a livello internazionale col progetto della “Via della seta”.

Di fronte a una simile analisi, si può ben capire come il Forum sia tutt’altro che un semplice seminario di approfondimento sui recenti sviluppi dell’area mediterranea. Al contrario, l’esame delle tendenze regionali viene compiuto a partire dalla posizione che l’Italia ricopre in qualità di potenza membro dell’UE e della NATO e dalle opportunità che il ricco Nord-Est può e deve cogliere in questa partita per il potere nel Mediterraneo in virtù del suo ruolo trainante all’interno del sistema economico italiano.

Si capisce allora come “Sicurezza” sia un termine col quale si indica il ruolo egemonico dell’occidente nel Mediterraneo e le minacce che rischiano di insidiarlo.

In questo modo nel corso del forum non si fa altro che rilanciare una narrazione neo-coloniale che legittima le politiche imperialiste dell’occidente e che maschera dietro parole come “missione di pace”, “diritti umani”, “lotta al terrorismo”, la realtà della guerra perpetua che da decenni sconvolge i paesi del continente africano e del medio oriente.

Un altro elemento aiuta a chiarire cosa si nasconde dietro al Forum sulla Sicurezza Internazionale.

L’evento è organizzato dalla vicentina Associazione 11 settembre, tra cui spiccano affermati professionisti, dirigenti dell’azienda sanitaria berica e delle associazioni di categoria provinciali e regionali, ma anche militari e graduati che hanno fatto carriera nelle strutture di polizia internazionali presenti in città come il Coespu, la Nato SP COE e la Eurogendfor. L’associazione rappresenta in questo senso, un vero e proprio trait d’union tra gli interessi del padronato autoctono e le gerarchie militari presenti sul territorio.

Non solo, anche quest’anno l’Associazione 11 settembre si è resa artefice della propaganda guerrafondaia all’interno delle scuole vicentine. Attraverso un master sostenuto dalla regione Veneto dal nome evocativo “Valore sicurezza”, alcune classi di studenti degli istituiti Liceo Scientifico Paolo Lioy, dell’ITE Guido Piovene, dell’IIS Silvio Ceccato e dell’Istituto Umberto Masotto IIS, si sono ritrovate in cattedra militari e graduati delle forze armate. La tematica con cui gli studenti si sono confrontati nel corso del master di quest’anno è la “Geopolitica del Mediterraneo allargato” da cui hanno tratto alcune tesine che saranno presentate nel corso del forum.

Collocato in un quadro d’insieme, il tema della “Sicurezza” mostra di essere centrale per politici, governanti, organi istituzionali e padronali. In questi anni, il termine “Sicurezza” è stato posto al centro del dibattito pubblico; sbandierato come la ricetta insostituibile per far fronte ai problemi sociali generati dalla crisi economica piuttosto che esaltato come elemento imprescindibile, alla base delle politiche internazionali promosse dagli ultimi governi.

L’ossessione securitaria è penetrata rapidamente nelle vite di noi tutti a suon di decreti ministeriali e misure eccezionali emesse di volta in volta per fronteggiare l’emergenza del momento, creata ad hoc a seconda delle esigenze di politici e padroni. Questo stato di emergenza permanente ha spianato la strada all’attuale excalation repressiva generalizzata.

In nome della “Sicurezza” nazionale vengono difesi i confini, chiusi i porti, controllati, gestiti e repressi i migranti che cercano di raggiungere i paesi della “ricca” Europa; vengono costruiti lager di Stato per chi non ha documenti ed emanate leggi volte a punire e isolare gli ultimi della società.

Allo stesso modo si criminalizzano e reprimono le forme più avanzate di conflittualità sociale andando a colpire i settori più consapevoli e combattivi delle classi popolari.

Eventi come l’International Security Forum hanno lo scopo di rilanciare quella retorica securitaria con la quale si veicolano le mire e gli interessi delle classi dominanti occidentali, spacciandoli per gli interessi di tutta la società.

Smascherare i gangli della propaganda bellicista, in questa fase di rilancio neo-coloniale e di attacco alle condizioni di vita delle classi popolari, denunciare gli eventi in cui si coagulano gli interessi di padroni e militari è solamente un piccolo passo intrapreso nel percorso contro la guerra ed il militarismo a Vicenza. Un percorso che non promettiamo breve.

Antimiltarist*

Maggio 2019

 

 

 

 

 

 

Mini-ciclo antimilitarista: proiezione di “Bowling a Columbine”

Il mini-ciclo di proiezioni si terrà nei giorni di giovedì 31 gennaio e di giovedì 07 febbraio presso il  circolo Arci “La Mesa”, in via Leonardo Da Vinci, 50, ad Alte di Montecchio Maggiore (VI).

Questo breve ciclo vuole essere occasione per compiere una riflessione critica attorno al tema della circolazione e dell’utilizzo delle armi nella società a pochi giorni dall’inizio di HIT Show, fiera delle armi che si svolgerà a Vicenza dal 9 all’11 febbraio.

BOWLING A COLUMBINE
Regia: MIchael Moore
Paese: Canada, USA, Germania
Anno: 2002
Genere: documentario

Il film è dedicato al tema dell’uso delle armi in America, facendo riferimento alle stragi nelle scuole americane, in particolare al massacro della Columbine High School, avvenuto nell’aprile 1999 a Littleton, nel Colorado, nella quale due ragazzi armati di fucile entrarono nella loro scuola e uccisero 12 studenti e un insegnante per poi suicidarsi.

Hit Show – Alla fiera delle armi

H.I.T. Show 2019

Alla fiera delle armi

Dal 9 all’11 febbraio Vicenza ospiterà la quarta edizione dell’H.I.T. Show: Hunting, Individual protection and Target sports, manifestazione dedicata a caccia, protezione personale e tiro sportivo. L’evento prevede l’esposizione di pistole, fucili e munizioni ad uso civile, armi da fuoco per forze dell’ordine o per la difesa personale, fino ad armi per uso sportivo e venatorio.

La tre giorni è allestita all’interno di 5 padiglioni della fiera di Vicenza ed ha raggiunto quota + 14% di espositori rispetto al 2018, con buyers che provengono da 16 paesi. Le aree espositive dell’edizione 2019 saranno destinate a caccia, tiro sportivo, hit dog show (la fiera dei cani da caccia e da riporto con la “esposizione” di 1500 esemplari), outdoor award (prodotti, accessori e gudjet per la caccia e le attività outdoor) e Hit arena (l’area corsi e convegni).

Infatti, oltre agli stand di armi e munizioni sono previste anche dimostrazioni pratiche e corsi di formazione al tiro per la caccia a palla ed all’uso della pistola e della carabina tenuti da istruttori dell’Unione Italiana Tiro a Segno e delle forze dell’ordine; in calendario anche un seminario sulla gestione della sicurezza in casa.

La kermesse è un’occasione aperta al pubblico tanto che l’accesso è consentito perfino ai minori purché siano accompagnati. L’edizione 2018 ha suscitato scalpore e sdegno nella pubblica opinione proprio per la presenza di minori immortalati mentre imbracciavano fucili di ultima generazione sotto l’occhio passivo di mamma e papà. Per gli “addetti ai lavori” come le forze dell’ordine, sono invece previste agevolazioni economiche in termini di riduzione del ticket.

Organizzatore e promotore della fiera delle armi è “Italian Exhibition Group” (I.E.G.), un gruppo nato dalla fusione del polo fieristico vicentino con quello di Rimini (manovra architettata dall’ex sindaco del PD Achille Variati), leader in Italia per l’organizzazione di eventi fieristici e convegni, con joint ventur, filiali e collaborazioni attive anche in Stati Uniti, Emirati Arabi, Cina e Brasile.

Ogni anno sono numerosi gli appuntamenti consolidati nel calendario di I.E.G. a cominciare dalla nota fiera dell’oro (con la presenza fissa di aziende provenienti da Israele) per giungere a eventi come H.I.T. Show, in continua fase espansiva e candidato ad accrescere la propria influenza nel settore delle armi a livello internazionale. Il messaggio che risuona forte e chiaro è la rappresentazione dell’arma da fuoco come bene di consumo accessibile a tutti e in fin dei conti indispensabile non solo per gli appassionati di attività “sportive e venatorie”, ma anche per la gente comune impegnata a difendere il proprio cortile di casa.

Salvini e gli affari con la lobby delle armi

Quale sia il reale scopo di questa manifestazione lo si è visto concretamente osservando gli effetti prodotti sul piano politico lo scorso anno. La terza edizione dell’H.I.T. Show si è svolta in piena campagna elettorale con visita dell’allora candidato premier Matteo Salvini. Nel corso dell’evento, Salvini si è riunito con i rappresentanti del Comitato Direttiva 477 (D-477) e ha sottoscritto un documento pubblico col quale si è impegnato a rendere partecipe il Comitato e le altre associazioni di comparto nei futuri provvedimenti riguardanti le armi.

Il Comitato D-477 è un’associazione, nata nel 2015, per difendere univocamente detentori e fabbricanti di armi, specie in seguito alla direttiva europea 477 del giugno 2017 che in risposta alla “emergenza terrorismo” punta a contrastare la circolazione illegale di armi. Con la direttiva 477 si forniscono dei parametri comuni per tutti i paesi dell’unione in materia di possesso e circolazione di armi e munizioni destinate all’uso civile; a ciascun paese, è data facoltà di attuare la direttiva in senso più o meno restrittivo. In questo senso l’azione del Comitato D-477 è diretta a fare pressione sulle forze politiche al fine di ottenere un’interpretazione più lassista e meno restrittiva della direttiva europea.

Il Comitato D-477 rappresenta a tutti gli effetti una lobby delle armi ed è in contattato con altre associazioni che difendono gli interessi di settore come la National Rifle Association statunitense, la Firearms United europea, Assoarmieri, Conarmi e Anpam che sono le principali associazioni italiane della categoria dei produttori e venditori di armi.

Salvini, divenuto vicepremier e ministro dell’Interno, a distanza di pochi mesi non ha perso tempo per mantenere gli impegni presi in campagna elettorale. Il 10 agosto 2018 il governo ha approvato il decreto legislativo n. 104 pubblicato in Gazzetta ufficiale l’8 settembre, con il quale si recepisce l’adeguamento alla direttiva europea 477 in modo estremamente permissivo.

Ecco cosa comporta la nuova legge:

  • possibilità di detenere fino a 12 armi sportive (prima il limite era fermo a 6);

  • aumento del numero di colpi nei caricatori;

  • possibilità di inviare tramite mail la denuncia di possesso armi;

  • viene estesa la categoria dei “tiratori sportivi”, basta essere iscritti ad associazioni o federazioni dilettantistiche di tiro a segno. Questa norma implica che sarà più facile acquistare armi da guerra del calibro di Kalashnikov e Black rifle;

  • i collezionisti d’armi possono sparare 2 volte l’anno fino a un massimo di 62 colpi per accertarne il funzionamento.

A questo punto, risulta chiaro come l’HIT Show rappresenti un’occasione propizia per armaioli ed armigeri al fine di organizzarsi e far valere il proprio peso nei confronti di chi decide. In questo caso la Lega di Salvini è stato il principale referente e di fatti, alle ultime politiche almeno una trentina di deputati del carroccio si sono guadagnati la poltrona grazie anche e soprattutto ai voti ottenuti dagli amanti delle armi.

E.S.A.: l’accademia militare che addestra i neonazisti ucraini, ospite all’HIT Show

L’European Security Academy è un’accademia militare privata con sede in Polonia, è riconosciuta a livello internazionale e si occupa di formazione nell’ambito della sicurezza. Offre corsi specifici rivolti a forze di polizia, militari, professionisti occupati nell’industria della sicurezza e civili. Dalla sua fondazione nel 1992, l’ESA ha formato le forze speciali di svariati paesi tra cui i militari libici, oltre a contractors e mercenari di ogni genere e tipo che operano nei contesti di guerra in Africa, America Centrale e Medio Oriente.

Dal 2016 ad oggi è stata documentata l’assidua frequentazione ai corsi realizzati dall’Accademia da parte di veterani e militari appartenenti al famigerato battaglione Azov (distaccamento autonomo della Guardia Nazionale Ucraina, Azov è legato al partito ultra-nazionalista ucraino National Corps ed è stato accusato dall’OHCHR di violazione dei diritti umani) e di militanti appartenenti a differenti gruppi ultra-nazionalisti e neonazisti ucraini. L’ESA sarà presente all’Hit Show con uno stand. Nelle giornate del 9-10 e 11 febbraio terrà un workshop ed alcune conferenze per presentare le sue attività.

Paranoia securitaria e Razzismo di Stato

Non è un caso che una delle maggiori fiere delle armi a livello internazionale si svolga proprio in Italia, paese leader nella produzione ed export di armi sia in ambito civile che militare. Non è nemmeno un caso che l’HIT Show si tenga in una città come Vicenza, baluardo della militarizzazione e del paradigma securitario. Qui, oltre alle basi di guerra, sorgono numerose aziende che producono materiali od offrono servizi rivolti al settore militare e alla difesa, allo stesso tempo sono tante le ditte che fabbricano dispositivi di sicurezza. Quella stessa sicurezza che non può mancare nelle vite dei padroni, in nome della quale sono state formulate leggi razziste come il decreto “Salvini” piuttosto che la riforma della legittima difesa, ancora in fase di discussione. Il delirio securitario e al suo fianco il Razzismo di Stato costituiscono due facce della stessa medaglia e sono massima espressione di come gli interessi dei ricchi prevalgano sulle vite degli indesiderati (poveri e migranti sono le categorie più colpite dai provvedimenti repressivi), destinati a soccombere schiacciati sempre più ai margini. E’ in questo senso che HIT Show è a tutti gli effetti un ottimo momento per organizzare, manovrare e giustificare la guerra condotta per procura contro gli ultimi della società, sia essa combattuta in casa piuttosto che oltre i confini nazionali.