NO MORE YANKEES

Una nova grande opera di edilizia militare incombe sulla città di Vicenza con il completo rifacimento ed ampliamento del Villaggio della Pace a Vicenza Est.

Nelle prossime settimane il comando Guarnigione US Army Italy pubblicherà il primo dei quattro bandi da circa 90 milioni di euro l’uno, per i lavori di riqualificazione dell’insediamento americano. Il valore complessivo dell’operazione si aggira attorno ai 360 milioni di euro, 40 milioni in più della somma stanziata a suo tempo dal governo americano per la realizzazione della base Del Din.

L’inizio dei lavori è previsto per la metà del 2021 e i cantieri si protrarranno fino al 2025. L’intervento riguarderà lo smantellamento delle attuali 249 abitazioni ed il loro completo rifacimento con l’aggiunta di ulteriori unità abitative che porteranno il numero delle strutture del villaggio destinate alle famiglie dei parà a 478 per una capienza complessiva di 1500 persone. Saranno aggiunte anche ulteriori 50 alloggi all’interno del perimetro di camp Ederle, in Viale della Pace. E’ prevista inoltre la realizzazione di una rete completamente nuova di sottoservizi, la sistemazione viabilistica interna e la costruzione di un vero e proprio polo scolastico.

Non è invece stata recepita la richiesta del comune di Vicenza di costruire un’apposita bretella a spese dello Zio Sam, per collegare il nuovo villaggio americano alla viabilità ordinaria. Pertanto Via Veronese rimarrà l’unica via di comunicazione con l’insediamento USA.

L’US Army consolida così, la propria presenza a Vicenza che si conferma come vero e proprio polo startegico per le operazioni a stelle e strisce in Africa e nel Mediterraneo. Ricordiamo infatti che oltre ai siti militari di Camp Ederle e Del Din, di Site Pluto (anch’esso in via di ampliamento con la costruzione di un nuovo acesso alla base) e Tormeno, a Vicenza ha sede l’Africom (il comando dell’US Amry per le operazioni di terra in tutto il continente Africano ad eccezione dell’Egitto) e qui è acquartierata la 173^ Brigata Aviotrasportata, da sempre in prima fila in tutte le operazioni militari a stelle e strisce degli ultimi decenni, fin dai tempi del Vietnam.
Parallelamente ai comandi ed ai siti dell’esercito americano, la città del Palladio ospita altre tre importanti organizzazioni internazionali di gendarmeria presso la caserma dei carabinieri Chinotto: il Coespu, la Nato SP Coe e l’Eurogendfor. Organizzazioni che formano le polizie di tutto tutto il mondo e che collaborano attivamente alla stabilizzazione dei contesti di crisi nel corso delle cosiddette “missioni di pace” condotte sotto l’egida dello Zio Sam e della Nato.

In tempi di pandemia e di crisi economica globale pare proprio che il colosso americano in declino voglia consolidare le proprie posizioni in vista di un futuro inasprimento della competizione per la supremazia globale con la Russia e la Cina. Una partita che si sta già disputando in Medio Oriente ed in Africa, storiche terre di conquista dell’imperialismo occidentale, insidiate ora dalle politiche economiche espansioniste cinesi (tramite la Via della Seta: un colossale piano di aiuti economici ed accordi commerciali, finalizzato ad aprire e consolidare nuovi sbocchi al mercato cinese) e dall’aggressività russa. In questa lotta per il predominio sono le popolazioni dell’Africa e del Medio-Oriente ad essere schiacciate, strangolate dai debiti che le avvincono alle economie degli ex stati coloniali o dei nuovi padroni asiatici, deprivate delle proprie ricchizze e delle proprie terre (spesso acquisite dalle multinazionali straniere per installarvi piantagioni per l’esportazione o per produrre bio-carburante), trascinate in sanguinosi conflitti aizzati dagli interessi delle potenze straniere. Il giogo che grava sulle spalle delle genti di questi continenti proviene anche da Vicenza.

Perciò occorre ribadire che il rifacimento del villaggio americano a Vicenza non è una semplice operazione di edilizia residenziale che porterà lavoro in città; occorre smascherare e denunciare le trame del militarismo e dell’imperialismo statunitense, che ha radici profonde nella nostra città e che sparge i suoi frutti velenosi ovunque nel mondo.

Contro ogni imperialismo, contro la militarizzazione della nostra città.

No more yankees! Yankees go home!