TAV: UNA QUESTIONE POLITICA

A inizio luglio il Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti (Mit) ha finalmente pubblicato l’analisi costi-benefici per la tratta dell’Alta Velocità lombardo-veneta che interessa anche il territorio vicentino.

Nonostante il risultato dell’analisi, che prevede un investimento in perdita di ben 2,384 miliardi, il ministro Danilo Toninelli, assieme a Zaia, Rucco e ai vertici di Confindustria, si ostina a ripetere il mantra che il progetto è strategico e che comunque accantonarlo costerebbe più di realizzarlo.

Stiamo parlando di una tratta, quella della Brescia-Padova, del costo di 8,5 miliardi di euro, i cui appalti sono stati concessi SENZA ALCUNA GARA D’APPALTO nel 1991 ai consorzi IRICAV DUE e CEPAV DUE.
Tralasciando che ai tempi delle generose concessioni si era ancora nella fase deteriore della cosiddetta “Prima Repubblica”, quella del “Sistema Tangentopoli”, semplicemente non esiste, nè è in alcun modo previsto da alcuna normativa (Com’è anche più volte riportato in diversi documenti approvativi del lotto AV Verona-Bivio Vicenza) che si debbano pagare penali per la rescissione dei contratti in essere con i concessionari.
Se quelle concessioni, vecchie di 30 anni, sono tutt’oggi vigenti, lo si deve solamente al fatto che vi è stata, in tutto questo tempo, la precisa volontà politica da parte dei governi che si sono avvicendati alla guida del paese, di mantenerle in vigore. Anzi, a suo tempo i contratti con i concessionari furono difesi a spada tratta dal governo Berlusconi II quando il 30/03/2004 la comunità Europea aprì una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per non aver emesso alcuna gara d’appalto per le concessioni plurimiliardarie del sistema Alta Velocità, contravvenendo alla normativa comunitaria.
In ultima analisi, l’unica utilità di tutto il Sistema dell’Alta Velocità ferroviaria è quella di rimpinguare le casse di padroni e padroncini rastrellando risorse ai ceti popolari!
Non dimentichiamo che l’attuale governo ha in programma di tagliare 4 miliardi alla scuola pubblica, che da luglio 2019, a causa della legge regionale 39-2017, sono raddoppiati in Veneto gli affitti per gli alloggi popolari, che le tariffe del trasporto ferroviario regionale sono in costante aumento così come procede senza significative battute d’arresto la privatizzazione del sistema sanitario…

Dal canto nostro non abbiamo dubbi su quali siano le reali priorità nostre e del nostro territorio, per questo ci opporremo senza sconti a questa ennesima rapina.
NO TAV!!